La parola “dazio” è attualmente in auge e sulla bocca di tutti dopo le recenti esternazioni del Presidente Statunitense Donald Trump.
Ma cosa sono effettivamente i dazi?
Un dazio doganale, o semplicemente dazio, è una tassa imposta da uno Stato sui beni importati o esportati attraverso i suoi confini. I dazi sono strumenti di politica economica che vengono utilizzati per influenzare il commercio internazionale, proteggere l’economia nazionale e, talvolta, generare entrate fiscali.
Esistono diversi tipi di dazi:
- Dazi ad valorem: calcolati come percentuale del valore della merce.
- Dazi specifici: calcolati in base a una quantità fissa per unità di merce (es. 10 euro per ogni tonnellata).
- Dazi misti: combinazione dei due.
Origine storica dei dazi
I dazi hanno origini antichissime. Già nell’antichità, città-stato e imperi (come quello romano o cinese) imponevano tasse sui beni che attraversavano i loro territori. Durante il Medioevo, erano comuni nei porti e alle frontiere cittadine. Nel corso della storia moderna, i dazi sono diventati strumenti centrali nella formazione degli Stati nazionali e nella gestione delle relazioni internazionali.
Nel XIX secolo, con l’espansione del commercio globale, molti paesi iniziarono a ridurre i dazi per favorire il libero scambio. Tuttavia, fasi storiche come la “grande depressione” o le guerre mondiali portarono a periodi di forte protezionismo.
Perché gli Stati usano i dazi oggi?
Oggi i dazi vengono impiegati principalmente per:
- Proteggere le industrie nazionali: rallentano l’ingresso di prodotti esteri meno costosi, dando un vantaggio ai produttori locali.
- Correggere squilibri commerciali: ad esempio, quando un paese importa molto più di quanto esporti.
- Strumento di pressione politica: i dazi possono essere usati per negoziare accordi o punire comportamenti economici considerati sleali (es. dumping, sussidi di Stato).
- Generare entrate fiscali.
I dazi nell’attualità: il caso Trump
Il Presidente Statunitense Donald Trump, sia durante il suo primo mandato (2017–2021) sia nel contesto attuale del 2024–2025, ha riportato i dazi al centro della scena politica internazionale, con l’intenzione di imporre significative tassazioni sulle merci provenienti dalla Cina, dall’Europa e da numerosi altri Stati, scatenando una vera e propria guerra commerciale che sta avendo ripercussioni sull’economia globale.
Una strategia che è molto dibattuta tra favorevoli e contrari:
- I sostenitori sostengono che i dazi rafforzano l’economia nazionale, creano posti di lavoro e difendono la sovranità industriale.
- I critici avvertono che possono causare l’aumento dei prezzi, danneggiare i consumatori e colpire le esportazioni a causa delle ritorsioni.